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reschigliano |
Centuriazione e toponomastica
Reschigliano
è oggi frazione del comune di Campodarsego, uno dei comuni
inseriti all’interno dell’ampia zona conosciuta come
graticolato romano. Tutto il territorio è infatti organizzato
come una gigantesca scacchiera, con le strade tutte disposte ad
angolo retto a formare i quadrati della scacchiera stessa ed a segnare
i confini tra le proprietà.
La centuriazione delle terre era un’operazione strutturalmente
semplice anche se lunga e di grande portata vista la vastità
dei territori. Individuata l’area che doveva essere soggetta
alla centuriazione, tutti i terreni coinvolti venivano temporaneamente
“espropriati” ai proprietari e completamente riorganizzati.
Al termine dell’opera, gli stessi proprietari
precedenti ricevevano una quantità di terreno, organizzato
in fondi, pari a quanto ne possedevano in precedenza.
Tali fondi “rigenerati” prendevano spesso il nome del
proprietario, ed in alcuni casi i nomi sono rimasti conservati nella
toponomastica della zona. È questo probabilmente il caso
del fundus Oristellianus, dal nome del proprietario
Orestillius, da cui deriva il nome Reschigliano,
toponimo che troviamo citato per la prima volta in un documento
del 1110. |
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le vie antiche |
Via Aurelia
(Statale del Santo)
La strada più importante che passa per Campodarsego e che unisce
Padova a Castelfranco è la Statale 307. Essa è detta
"Strada del Santo" perché nel 1231 vi passò,
adagiato su un carro trainato da buoi, S. Antonio morente.
Via Caltana
Fa parte della struttura originaria del Graticolato Romano ed ancora
oggi conserva per molti chilometri l’orientamento e la linearità
dell’antica strada. Via Pioga
Quasi tutte le strade di Campodarsego scorrono su antichi percorsi
romani; qualcuna poi conserva ancor oggi il toponimo giunto fino a
noi in tutta la sua espressività.
Uno di questi esempi viene dalla Via Pioga: "strada Pubblica",
riservata al traffico scorrevole e collegata alle grandi arterie. |
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corsi d'acqua |
Il Muson
Il nome Muson è fatto derivare da "mosa", luogo
pantanoso, con allusione agli straripamenti del fiume. Scendendo
dai Colli Asolani e convogliando diverse acque risorgive a Castelfranco,
deviava anticamente lungo il Rio Rustega e il Sime fino a Mirano.
Da qui raggiungeva Bottenigo per gettarsi in mare.
Torrente insignificante adesso ma fiume importantissimo nei tempi
remoti è sempre stato, mancando strade, punto nevralgico
di commercio tra i vari popoli primitivi, come pure è stato
testimone di tutti gli eventi storici che si susseguirono dal periodo
Paleoveneto a quello Veneziano.
Il Tergola
Nel mezzo del territorio del Comune di Campodarsego
scorre il fiume Tergola che, nascendo dalle risorgive a meridione
di Cittadella, finisce nel Brenta. Tracciando ampie anse, nei tempi
passati, faceva da scudo a piccoli insediamenti sparsi un pò
dovunque lungo il suo percorso e serviva loro per la navigazione
interna.
Questo toponimo pare derivi secondo l’Olivieri da "Turbidu",
torrente torbido. Il Tergola è nominato, sempre secondo l’Olivieri,
in documenti dell’839 come "Tercola".
Negli Statuti Padovani si nomina sovente il Tergola, oggetto di
manutenzioni varie da parte delle "ville" di "Bronzola",
"Santus Andreas", "Flumesellum", "Campo
de Arsico", "Rischilianum". |
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le
pievi |
Le pievi
(dal latino plebs, ovvero "popolo") sorsero nell'età
tardo antica come luoghi religiosi, ma si svilupparono soprattutto
tra il X ed il XIII secolo quando, di pari passo con la penetrazione
del cristianesimo nelle zone rurali, divennero vere entità
territoriali definite. Infatti, oltre all'importante ruolo di nuclei
di diffusione della fede e di aggregazione del popolo, acquisirono
presto quello di centri della giurisdizione ecclesiastica nelle campagne,
fino a sostituire le vecchie strutture economiche romane, i pagi.
Nel nostro territorio, attorno al VI secolo, s'insedia la Pieve di
S.Andrea. Sotto la sua giurisdizione sorgono, con l'andar del tempo,
altre cappelle filiali: Reschigliano, Fiumicello, Bronzola, Panigale,
Campodarsego, Codiverno e Villanova. |
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